Ogni
giorno la ricca vita sociale di questa città mi consente di
scegliere tra tante attività, mostre, exibition, mercati e fiere: è
proprio questo che amo di Londra. Ogni giorno questa immensa città
multiculturale celebra arte, moda, festività e tradizioni culturali
di numerosi paesi.
Oggi
ho la possibilità di scegliere tra tante possibilità, ma vengo
inesorabilmente attratta dalla nuova esposizione della famosa artista
Britannica Tacita Dean con ingresso libero presso la bellissima Tate
Modern di Londra. E' così che in una meravigliosa, quanto
inaspettata, giornata di sole di inizio Febbraio, mi accingo in una
bella passeggiata sul millennium bridge, attraversando il fiume dalla
sponda northbound alla southbound proprio fino all'ingresso del
museo. L'installazione si trova nell'immenza Turbin Hall buia; è un
film su pellicola da 35 mm della durata di 11 minuti proiettato sulla
parete orientale su un gigantesco monolite bianco di 13 metri di
altezza. E' il primo lavoro della "The Unilever series", un
filmato muto dedicato all'immagine in movimento che celebra le
magistrali tecniche della cinematografia analogica. Entrando nella
grande sala buia sembra gia' di immergersi in uno spazio dove il
tempo ha un andamento lento, fuori dallo spazio reale. La proiezione
è perfettamente integrata con spazio d'esposizione, tra le travi di
acciaio della struttura architettonica, il lavoro si scaglia nello
spazio come una finestra aperta su un altro mondo. Sorprendente è il
formato verticale del film, Dean ha ruotato l'obiettivo anamorfico
di 90 gradi, sostituendo il tradizionale orientamento del film con un
formato verticale radicale. Affiancato da fori di trascinamento su
entrambi i lati, l'immagine verticale viene ad assomigliare a una
striscia di pellicola di celluloide. Il film è un racconto romantico
e malinconico del tempo, un susseguirsi di immagini statiche, flash
di colore su acqua che scorre, un palloncino che cade, scale mobili
che salgono o scendono, un gigante uovo di struzzo, il mare le cui
onde si scontrano sulla spiaggia. Il film mescola bianco e nero
insieme a flash di colori che sembrano lastre di vetro colorato.
Scopro che l'artista ha sempre utilizzato supporti analogici da 16 mm
e che si batte per salvare questo supporto dalla quasi inevitabile
estinzione in favore del nuovo digitale che ormai ha raggiunto
prestazioni elevatissime. Questo film è allo stesso tempo un omaggio
e un requiem al mezzo stesso, ai suoi sfarfillii e le sue luci. La
Pellicola
fotochimica ha la propria distintiva texture e qualità, la propria
luce, profondità, colore e movimento che il digitale non possiede.
E'
un cinema muto, è una controreplica al rumore digitale del mondo
moderno.
Ricorda
le origini del cinema e gli esperimenti con il colore, il cinema come
arte e come astrazione,il film strutturalista
e
il cinema
underground.
Il
suo lavoro non contiene post produzioni. In un intervista l'artista
racconta il suo metodo creativo di lavoro solitario dove è lei
stessa a mettere insieme, come fosse un collage, le diapositive e i
fotogrammi con del semplice nastro adesivo. Questo suo processo
creativo non ha un sistema preciso,ragion per cui e cambia per ogni
film e per ogni lavoro. Scopro
anche su di Lei che ha partecipato a due edizioni della Biennale di
Venezia; è un artista molto affermata nel panorama internazionale
dell'arte contemporanea. I suoi film sono stati esposti nelle sedi
museali più importanti del mondo tra cui il Guggenheim di New York,
lo Schaulager di basilea, il Moma di New York, Il Musée de La Ville
de Paris di Parigi, il Witte de With di Rotterdam, il Drawing Center
di New York, la Kusthaus Bregenz di Bregenz, il DIA Beacon a Beacon
(New York).
Le sue opere hanno fatto parte inoltre delle rassegne più
prestigiose dell’arte di oggi tra cui la Biennale di Berlino, la
Biennale di San Paolo, la Biennale di Sydney e la Triennale di
Yokohama.
Tacita
Dean parteciperà alla prossima edizione di Performa a New York. Nel
2006 Tacita Dean è stata insignita dell’Hugo Boss Prize, uno dei
premi internazionali più importanti al mondo e nel 2009 ha ricevuto
il Kurt Schwitters-Preis.
I
suoi lavori sono vedute romantiche e contemplative su una natura che
è fonte inesauribile di storie dimenticate, è capace di trasformare
paesaggi pastorali e luoghi e oggetti abbandonati in panorami
sublimi. Come l'eclissi di sole di "Banewl" (1999) ripresa in tempo
reale, o la cattura su un singolo fotogramma dell'ultimo raggio di
sole all'orizzonte in "The Green Ray" (2001) oppure la faticosissima
traversata in mare in tempesta in "Amadeus" (2008). I suoi film sono un
universo di pause, lunghe contemplazioni e momenti di tregua. Con il
suo sguardo lento e quasi maniacale Tacita apre una finestra su un
mondo che sta scomparendo, sul mondo delle ultime cose e riesce a trasformare ogni cosa in una natura morta in movimento, raccondando un mondo che
è stato ma che non c'e più.
(A.R.) LadyLondoner